Chi l'ha detto che non bisogna credere alle favole e che il principe azzurro non esiste più?
Io sono fermamente convinta del contrario, con la semplice differenza che, come più volte ho sostenuto, tutto si evolve e così anche i personaggi delle fiabe si adeguano ai tempi moderni.
Chi si aspetterebbe mai di vedere un belloccio in calzamaglia, total look azzurrino confetto, con capelli alla Nino D'Angelo dei tempi d'oro e una piuma in testa a cavallo di un bianco destriero?
Personalmente se me lo trovassi sotto casa chiamerei immediatamente la neuro o gli chiederei un passaggio al Plastic, certa che in sua compagnia il simpatico door selector non potrà non farmi entrare!
Ragazzi la verità è che il principe moderno non vanta nobili origini, ma solo amicizie giuste; non ha un cavallo bianco, ma ha una schedina vincente del Superenalotto o del Win For Life in tasca; la sua principale occupazione non è sconfiggere i draghi, ma riuscire a convincere parenti, amici e soprattutto datori di lavoro che "comunicazione e strategia della marca e del consumatore" è una laurea e non un corso per corrispondenza acquistato su Mediashopping!!!
A pensarci bene il principe delle fiabe nel nuovo millennio ha subito un'ulteriore mutazione: non è un uomo ma una donna impegnata nella difficile missione di fare carriera nel mondo dei manager (strane creature ibride: uomini affetti da sindrome premestruale).
Se non siete ancora convinti della mia teoria sull'evoluzione delle favole, questo vi farà cambiare idea: nel 2010 a Milano Biancaneve è un uomo; i nani sono 6 donne (il settimo lo cercano con uno street casting) e si chiamano Luppolo, Jesolo, Spicciolo, Ciauscolo, Romolo e Zoccolo.
E il principe azzurro? Ops, ce lo siamo dimenticate a casa!!!
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